martedì 4 Settembre 2012
02 settembre 2012
Seduto nel salone del Silver Salmon Creek Lodge in compagnia di una dozzina di ospiti provenienti da diverse località degli Stati Uniti preparo una nuova pagina per il mio blog. La linea internet è molto debole per cui durante i tre giorni di permanenza in questo angolo di Alaska, dove gli orsi passeggiano tranquillamente attorno alla baita in legno in cui alloggiamo, non potrà pubblicare ne foto ne articoli. Dopo l’impatto emozionale del primo lungo giorno, il tempo è volato e siamo già alla terza e ultima sera. Ieri la pioggia ha concesso qualche ora di tregua e, poche ore prima del tramonto, il sole ci ha sorriso. Giusto il tempo di una ricognizione verso i laghi interni dalle acque basse, attraversati dai salmoni (10’000 ne contano i guardiapesca locali) che risalgono verso le montagne, e un paio di foto, le uniche, agli orsi baciati dalla luce del tramonto. Oggi invece, una stretta fascia di sole arancione illuminava all’alba la penisola di Kenai, breve illusione che si è trasformata nella giornata più piovosa. Malgrado questo, grazie alle protezioni contro la pioggia per l’attrezzatura fotografica e a una buona dose di pazienza (forse meglio dire costanza o cocciutaggine), verso le 15 del pomeriggio vengo premiato da una buona fotografia.
L’orsa stava sdraiata sulla sponda destra del Silver Salmon Creek apparentemente assonnata. Il gruppo di fotografi era distratto e infreddolito. Lo sguardo mi cade su una scia, come una freccia scagliata sott’acqua, che risale la corrente. Capisco che qualcosa sta per accadere e m’inginocchio di scatto sulla sabbia bagnata dietro il teleobiettivo da 500 mm piazzato sul cavalletto. Intravvedo l’orsa scattare sulle quattro zampe e gettarsi in acqua. È già a fuoco; la seguo mentre insegue il salmone con una raffica di 12 scatti al secondo fino a quando si immerge completamente. Nell’ultimo scatto prima di scomparire tra gli spruzzi l’animale era rivolto nella mia direzione: prego che il servo-focus sia riuscito a seguire il movimento senza lasciarsi ingannare da altri elementi del paesaggio, e che la mia mano abbia seguito l’animale senza farlo uscire dall’inquadratura. L’orsa non ha raggiunto il suo scopo, ma io sì!
Buonanotte, Andrew.
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martedì 4 Settembre 2012
31 agosto 2012
L’orsa si volta di scatto e corre dritta nella nostra direzione.
Un attimo prima camminava tranquilla sulla sponda del fiume poi, improvvisamente, si getta in acqua. Sento il battito salire, le pulsazioni nelle orecchie. È la prima volta che vedo un orso in natura, la prima volta che vedo un Grizzly in natura, la prima volta che un Grizzly corre verso di me.
So che non c’è nulla da fare, solo sperare che quell’accelerazione improvvisa sia rivolta ai salmoni che risalgono la corrente e non al piccolo gruppo di cinque persone cui faccio parte qui, al Silver Salmon Creek, sulla sponda orientale del Lake Clark National Park.
Ci siamo alzati verso le sette stamane, fatto colazione e diretti all’aeroporto di Soldotna, dove il piccolo monomotore a sette posti della Natron Air avrebbe dovuto attenderci. Il volo però, causa le condizioni meteo avverse era in ritardo: tre ore d’attesa. Verso le 11.30 finalmente via libera e, dopo un breve volo tra le nubi basse, avvistiamo la nostra destinazione. L’aereo sorvola la spiaggia mentre un orso ci osserva pigramente, gira di 180 gradi, e plana dolcemente sul bagnasciuga. Ottimo atterraggio Tim!
Un rapido pranzo a base di zuppa e salmone affumicato e siamo già di fronte al primo orso.
Il plantigrade fa due balzi nell’acqua poi, deluso, si ferma a una quindicina di metri da noi.
Un sospiro di sollievo… Riuscirò a farci l’abitudine per potermi concentrare sull’attrezzatura che qui dovrebbe esprimere tutte le sue potenzialità? In ogni caso l’emozione è stata grande! E domani è un’altro giorno…
Bye, Andrew.
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venerdì 31 Agosto 2012
Seduti nella veranda d’inverno del Two Sisters Bakery di Homer facciamo colazione con un “vero” caffè e un “vero” cappuccino italiano. Lo spostamento di ieri da Palmer a questa cittadina quasi europa ha richiesto molte energie. Il primo tratto di strada percorso lungo il Kenai River è stato ancora una volta emozionante. L’acqua azzurra come i laghetti di montagna, i pescatori lungo le sponde e i turisti che si avventurano con i gommoni sulle veloci, sebbene non pericolose, correnti del corso d’acqua. Poi, dopo le Mistery Hills, il paesaggio diviene più monotono e lasciamo che le miglia scorrano fino alla nostra destinazione. La rara giornata di sole ci permette però di ammirare la catena di vulcani delle Chigmit Mountais oltre il Cook Inlet. La sera abbiamo assaggiato il primo salmone alla griglia all’AJ’s Oldtown Steakouse: ottimo. Oggi il cielo è coperto e decidiamo prendercela comoda: colazione tardi, giro nei Gift Shops dell’Homer Split e lento spostamento verso Soldotna. Prenderemo una stanza al Soldotna B&B Lodge di proprietà di una famiglia che proviene da Grenzach, cittadina del Baden Württemberg nei pressi di Basilea. Qui ci prepareremo per il volo di domani in direzione del Silver Salmon Creek…
Andrew.
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mercoledì 29 Agosto 2012
Tanti auguri a te…
Sono le sei del mattino a Valdez, la piccola Svizzera dell’Alaska, mi sveglio con una voce femminile che mi canta: tanti auguri a te…
Oggi è il mio compleanno. Il cielo è limpido sopra la baia e le vette che la circondano brillano al sole. Non abbiamo il tempo per visitare il Prince William Sound perché tra pochi giorni partiremo per quella che forse è la tappa più impegnativa del viaggio e dobbiamo fare ritorno alla penisola di Kenai. Oggi però la strada che solo ieri sembrava persa nel nulla offre panorami mozzafiato e colori intensi: l’autunno è iniziato nel Matanuska-Susitna Borough. Arriviamo a Palmer nel pomeriggio con l’intenzione di visitare la fiera più famosa dello stato: la Alaska State Fair. Chiediamo indicazioni alla gentile signora che ci ha accolto alla ricezione la quale, inaspettatamente, ci regala due biglietti d’entrata (11 dollari l’uno) e due biglietti per il concerto della cantante country Jo Dee Messina (50 dollari l’uno). È così che ci ritroviamo seduti al sole del tramonto boreale, che scende lento lento in una rara quanto splendida serata, godendoci il concerto.
Al rientro al Valley Hotel c’è tempo ancora per una fetta della famosa torta di mirtilli servita con una pallina di gelato alla vaniglia. E cosa avrei dovuto pensare quando la cameriera si è presentata con la torta guarnita con due candeline accese e cantando: happy birthday to you…?!
Grazie a tutti coloro che mi hanno inviato messaggi di auguri, notte, Andrew.
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martedì 28 Agosto 2012
26 agosto.
Lasciamo Seward di buon mattino in direzione di Whittier, località remota, un tempo segreta, dell’Alaska. Il cielo è plumbeo, la pioggia ci accompagnerà per due giorni, possibilità di fotografare praticamente nulle. Decidiamo così di deviare verso Hope fino al Turnagain Arm per scoprire questo piccolo insediamento. Lungo la strada numerosi sono i luoghi per campeggiare a costo zero sulle sponde del Sixmile Creek, ragion per cui brulicano di giovani…
La Portage Valley è decisamente più interessante, malgrado il cielo coperto. Entriamo nell’Anton Andersen Memorial Tunnel e usciamo nel passato. Whittier, circondato da alte montagne costantemente immerse tra le nuvole, ospitava infatti una base militare costruita durante la seconda guerra mondiale accessibile solo via mare o attraverso i 4,3 km di galleria che la uniscono al resto dell’Alaska. Piove. Raggiungiamo Anchorage e poi Palmer, quindi risaliamo la Matanuska Valley fino all’omonimo ghiacciaio: uno spettacolo avvolto tra le nubi…
27 agosto.
Dopo aver pernottato al Long Rifle Lodge, che potrei definire un container con uno dei panorami più belli che abbia mai visto, riprendiamo la Glenn Hy in direzione est. La prima vera colazione americana ci viene servita all’Eureka Lodge che dal 1940 accoglie i viandanti a circa 1000 metri di altitudine là, dove solo chi ci è stato, può immaginare il paesaggio che accolse i primi pionieri: mille laghi nella tundra lambita dai ghiacciai. Nebbia.
Giunti a Glennallen optiamo per una piccola pausa al visitor center. Curiosando tra gli oggetti di artigianato mi cade l’occhio su un ciondolo di pietra bianca con inciso il fiore dell’Alaska: il nontiscordardime. La mano di Greg Boyd ha fatto un buon lavoro. È mio. Salutiamo Jim, anziano e simpatico padrone di casa, e dirigiamo verso Chitina. La remota località della corsa all’oro, raggiungibile dal Copper River, mi lascia una strana sensazione: chi pensa di aver percorso strade lunghe e deserte, magari durante un viaggio in Arizona, non ha ancora visitato l’Alaska…
In serata raggiungiamo infine Valdez, tragicamente famosa per l’incidente della Exxon Valdez che nel 1989 riversò lungo le coste del Valdez Arm 40 millioni di litri di petrolio. Un raggio di sole!
Buonanotte, Andrew.
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